Bar Salvini
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Salvini è il bar dove vado quando ho poco o pochissimo tempo per pranzare. E’ comodo dall’ufficio e c’è sempre poca attesa da fare. Sinceramente in qu…
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Attenti alla bisnonna di Salvini…Sarà un caso che la bisnonna (trisnonna?) di Salvini gestisca il bar di Via Salvini?Voglio dire: ci è capitata per ca…
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Situato in una traversa che collega Corso Venezia e Viale Majno, il Bar Salvini è un angolo amichevole nel cuore più chic di Milano – dove chic, spess…
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Bar Salvini serves Cafe, Tavola Fredda and Tavola Calda. Incorrect or missing information? Make a report, or claim the restaurant if you own it!Details
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3 Reviews on “Bar Salvini”
Salvini è il bar dove vado quando ho poco o pochissimo tempo per pranzare. E’ comodo dall’ufficio e c’è sempre poca attesa da fare. Sinceramente in questo locale trovo che niente sia degno di menzione. E’ un po’ tutto nella media: qualità del cibo, arredamento, personale, offerta (principalmente panini e qualche piatto da riscaldare). Oggettivamente se non fosse per la praticità non verrei mai in questo locale perché non c’è nulla che mi colpisca e mi spinga a tornare.
Attenti alla bisnonna di Salvini…Sarà un caso che la bisnonna (trisnonna?) di Salvini gestisca il bar di Via Salvini?Voglio dire: ci è capitata per caso in Via Salvini? O ci ha proprio tenuto ad aprire il bar in quella via. Il dubbio mi attanaglia.I fatti: io (Colombiana), la mia amica (Colombiana) e una turista (Kuwaitiana), incappiamo nello sventurato bar-tabacchi e decidiamo di comprare delle sigarette. La stravagante richiesta ha immediatamente innervosito l’attempata signora: la marca richiesta non era disponibile. A nulla sono valsi i nostri tentativi di optare per altre marche. Non ci sono sigarette in questo bar-tabacchi, anche se gli scaffali alle spalle della signora ne sono pieni. E non sia mai che la signora si renda complice di un tradimento. L’avventore mai e poi mai romperà il patto di fedeltà che lo lega al suo marchio di fiducia. Per lo meno, non al Bar Salvini, di Via Salvini, della trisnonna di Salvini (o è la zia di Salvini?).Io, la mia amica e la stupefatta turista Kuwaitiana (ormai ufficialmente in astinenza), se pur non proprio scure, di certo non apparteniamo alla tribù dei Visi Pallidi, e ahimè si nota. Mi chiedo se sia stato proprio questo a scatenare le furia della vecchia Megera, che in effetti, come si addice alle Furie della mitologia classica, di regola un po’ nervosetta lo è.Lo sappiamo, fumare fa male, e la ringraziamo per averci negato l’agognato pacchetto (siamo maggiorenni comunque), tuttavia tenga a mente che anche la pressione alta non scherza, signora.Comunque la “gentile” signora, che con la mano ha delicatamente “accompagnato” il mio braccio (e le restanti parti del mio corpo ad esso connesse) verso l’uscita, mi ha fatto cortesemente notare che il locale (affollato di clienti) era effettivamente chiuso. Mea culpa, non avevamo capito che i malcapitati avventori erano stati in effetti sequestrati all’interno del locale ormai chiuso. A loro insaputa, immagino, poiché non ho notato nessuna espressione di panico sui loro volti.Morale della favola. Occhio alla tintarella estiva: Potrebbe costarvi caro.Suggerimento: Entrando nel bar, potreste raccontare ad alta voce alla vostra amica di come picchiava il sole a Capalbio. E ovviamente: assicuratevi che la sorella di Salvini vi senta, altrimenti sarete respinti al Confine.
Situato in una traversa che collega Corso Venezia e Viale Majno, il Bar Salvini è un angolo amichevole nel cuore più chic di Milano – dove chic, spesso, significa antipatico e costoso oltre ogni buonsenso. Al Bar Salvini, invece, veniamo accolti da sorrisi e cortesie reali, non simulati: ci siamo tornati dopo un anno di latitanza, per cambio di zona al lavoro, ma qui ancora si ricordano di noi, ci chiedono come stiamo e se vogliamo il solito deka macchiato. Sì, grazie! Oltre ad essere gentili, i due ragazzi dietro al bancone sono rapidi e abili: il decaffeinato macchiato è delizioso, servito in una tazzina ben calda e grande, che lo fa sembrare quasi un mini-cappuccino. Anche le brioche si presentano bene, disposte a raggiera su un grande vassoio, e sono certamente artigianali – forse del vicino panificio? Il croissant alla marmellata ci è piaciuto, per come l’impasto si sfoglia, con quella glassatura appena accennata che è un’arte, e il ripieno all’albicocca ben dosato. Ok, forse i gusti sono limitati, diciamo i classici, sempre quelli, però come si dice, meglio pochi ma buoni, che tanti e discutibili. Persino il conto è decisamente onesto per la zona, calcolando che ci siamo anche seduti al tavolo e no, qui non c’è maggiorazione: 2,20 euro per caffè dek e croissant. Unica pecca: l’estetica. La facciata del locale è stata da poco rinnovata, ma l’interno è sempre lo stesso: un po’ troppo in penombra, tovagliette un po’ tristi sui tavolini, saletta dietro al bancone vista bagno, e fa anche da tabacchi – ma niente macchinette, di quelle neanche l’ombra per fortuna. Non è un locale di design, ecco, e non mostra nemmeno i fasti barocchi della Milano bene. Non siate superficiali, però, l’estetica non è tutto: se volete una colazione buona e servita con il sorriso, ve lo consigliamo!